martedì 27 maggio 2025

Spaghetti aglio olio e peperoncino con pomodori secchi e pangrattato

Ingredienti per gli spaghetti aglio olio e peperoncino con pomodori secchi e pangrattato 320 gspaghetti 3 spicchiaglio 1peperoncino piccante 40 gpomodori secchi 2 cucchiaiaceto di vino bianco 4 cucchiaipangrattato q.b.olio extravergine d’oliva q.b.Sale Come preparare gli spaghetti aglio olio e peperoncino con pomodori secchi e pangrattato Mettere a bagno i pomodori secchi in una ciotolina con dell’acqua e due cucchiai di aceto di vino bianco per almeno mezz’ora. Dopodiché scolarli, strizzarli bene e tagliarli a pezzetti tenendoli da parte. In alternativa possiamo usare dei pomodori secchi sott’olio scolandoli molto bene. In una piccola padella mettere un cucchiaino di olio extravergine di oliva e il pangrattato facendolo tostare a fiamma bassa per alcuni minuti. Mescolare spesso e fare attenzione a non farlo scurire troppo. Cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata scolandoli tre minuti prima del tempo di cottura scritto sulla confezione. spaghetti aglio olio e peperoncino con pomodori secchi e pangrattato Nel frattempo in una capiente padella soffriggere gli spicchi d’aglio spellati e privati dell’anima e il peperoncino tagliato in due e privato dei semi con quattro cucchiai di olio extravergine di oliva. Se la pasta piace molto piccante tritare il peperoncino e lasciare anche i suoi semi. Eliminare l’aglio e il peperoncino se è stato lasciato intero. Versare nella padella i pomodori secchi e gli spaghetti assieme ad un mestolo di acqua di cottura. Finire di cuocere per tre minuti finché il liquido si sarà asciugato, ma non del tutto. Impiattare gli spaghetti aglio olio e peperoncino con pomodori secchi e servirli spolverandoli con il pangrattato. Se lo gradite potete aggiungere a questi spaghetti aglio olio e peperoncino con pomodori secchi e pangrattato anche una spolverata di Parmigiano Reggiano o di Grana Padano.

Spaghetti con alici e pecorino

Spaghetti con alici e pecorino Scritto il26 Agosto 2024 delizieinpentola Gli spaghetti con alici e pecorino sono un piatto molto particolare, perché molti inorridiscono di fronte all’abbinamento pesce/formaggio, ma vi assicuro che in questo caso le alici si sposano perfettamente con il sapore del pecorino. Almeno una volta provate questo accostamento. Ecco la ricetta. Ingredienti per 2 persone: 160 g spaghetti 150 g alici 3 cucchiai polpa di pomodoro 30 g pecorino romano (grattugiato) 1 ciuffo prezzemolo 1 spicchio aglio q.b. sale (poco) q.b. olio extravergine d’oliva 288,87 Kcal calorie per porzione Pulire le alici: togliere la testa e la spina centrale, poi sciacquarle sotto l’acqua (potete anche farvele pulire dal pescivendolo). Grattugiare il pecorino e tritare il prezzemolo. Sbucciare l’aglio, tagliarlo in 2 e farlo rosolare in una padella con un filo di olio. Unire le alici e farle rosolare per 5 minuti. A questo punto togliere l’aglio e unire la polpa di pomodoro, regolare di sale (ma poco, perché poi si aggiungerà il pecorino) e cuocere per 2/3 minuti. Lessare gli spaghetti in abbondante acqua salata, scolarli e ripassarli nella padella con le alici e un cucchiaio di acqua di cottura della pasta. Spegnere il fuoco, aggiungere il pecorino e mescolare bene. Terminare con il prezzemolo tritato. Gli spaghetti con alici e pecorino sono pronti da portare in tavola. Varianti In estate potete sostituire la polpa di pomodoro con dei pomodori o pomodorini freschi.

mercoledì 21 maggio 2025

Noci: meglio da sole, nello yogurt o nelle insalate?

Noci: meglio da sole, nello yogurt o nelle insalate? Come consumarle per massimizzare gli effetti positivi Maggio 20, 2025 di admin Le noci sono uno degli alimenti più preziosi che la natura ci offre. Riconosciute per i loro molteplici benefici per la salute, queste piccole delizie sono ricche di grassi salutari, proteine, vitamine e minerali. Ma come possiamo consumare le noci per sfruttare al meglio le loro proprietà nutrizionali? Che si tratti di mangiarle da sole, di aggiungerle a un yogurt o di utilizzarle nelle insalate, ogni metodo ha i suoi vantaggi e peculiarità. Qual è il momento migliore della giornata per mangiare noci e ottenere il massimo dei benefici Quando si parla di noci, è importante considerare la loro composizione. Questi frutti oleosi sono una fonte eccellente di acidi grassi omega-3, noti per i loro effetti positivi sulla salute cardiaca e sulla riduzione dell’infiammazione. Inoltre, le noci sono arricchite di antiossidanti, che combattono lo stress ossidativo e possono contribuire a una minore incidenza di malattie croniche. Tuttavia, la modalità di consumo può influenzare in modo significativo l’assimilazione di questi nutrienti. Il consumo diretto delle noci Mangiare le noci da sole rappresenta un modo semplice e delizioso per introdurle nella propria dieta. Questo approccio permette di gustare il sapore naturale e la croccantezza, apprezzando a pieno le loro proprietà. Consumare noci come snack è una scelta nutriente e saziante, perfetta per spezzare la fame tra i pasti. Infatti, grazie al loro alto contenuto di grassi buoni e proteine, forniscono un apporto energetico che può sostenere la concentrazione e le performance fisiche. Un’altra ottima ragione per scegliere il consumo diretto è la versatilità. Le noci possono essere facilmente trasportate e conservate, rendendole una merenda pratica da portare al lavoro o a scuola. Inoltre, non hanno bisogno di preparazione speciale e possono essere gustate in qualsiasi momento della giornata. Per massimizzare i loro effetti positivi, è consigliabile optare per noci fresche e di alta qualità, evitando quelle salate o zuccherate. Integrarle nello yogurt Aggiungere le noci allo yogurt è un modo eccellente per arricchire la colazione o uno spuntino. Questa combinazione non solo migliora il profilo nutrizionale del pasto, ma offre anche una piacevole esperienza sensoriale. Lo yogurt, ricco di probiotici, contribuisce a una sana digestione, mentre le noci forniscono grassi essenziali e proteine, creando un mix nutriente e bilanciato. Per ottenere il massimo beneficio, è possibile scegliere yogurt greco, che ha un contenuto maggiore di proteine rispetto allo yogurt tradizionale. Aggiungendo noci, si possono anche includere frutta fresca o miele, creando così una ricetta personalizzata che soddisfa il palato e fornisce energia. Questa combinazione è anche ideale per chi pratica sport, poiché fornisce nutrienti essenziali per il recupero muscolare post-allenamento. Quando si aggiungono le noci allo yogurt, è importante considerare la giusta porzione. Una manciata di noci tritate, ad esempio, è sufficiente per ottenere un apporto significativo di nutrienti senza eccedere con le calorie. Utilizzarle nelle insalate Un modo innovativo e gustoso per gustare le noci è integrarle nelle insalate. Questo permette di combinare la croccantezza delle noci con una varietà di verdure fresche, erbette aromatiche e condimenti leggeri. Le noci non solo arricchiscono il sapore delle insalate, ma offrono anche un contrasto di texture che rende il piatto più interessante. Le insalate sono un’ottima opportunità per sperimentare. Si possono utilizzare noci tritate per un effetto croccante, o addirittura tostare le noci per esaltarne il sapore, aumentando così l’aroma del piatto. Altre combinazioni vincenti includono l’accostamento con formaggi freschi, frutta secca e dressing a base di olio d’oliva e aceto balsamico. Questi ingredienti non solo migliorano il sapore, ma contribuiscono anche a un apporto calorico bilanciato. È fondamentale mettere a punto le giuste proporzioni per massimizzare i benefici nutrizionali e gustativi. Non bisogna esagerare con le quantità, dato che, sebbene siano nutrienti, le noci sono anche caloriche. Una manciata addizionata all’insalata può fornire una dose adeguata di nutrienti senza compromettere la leggerezza del piatto. In sintesi, le noci sono un super alimento che può essere facilmente incorporato nella dieta quotidiana in vari modi. Che si scelga di consumarle da sole, di aggiungerle a uno yogurt cremoso o di utilizzarle nelle insalate, il loro uso è versatile e i benefici sono innegabili. Per sfruttare al massimo le loro proprietà nutritive, è sufficiente prestare attenzione alla scelta del tipo di prodotto e alle modalità di consumo. Con un po’ di creatività in cucina, le noci possono diventare un alleato prezioso per il benessere e la salute a lungo termine. CategorieSalute Qual è il momento migliore della giornata per mangiare noci e ottenere il massimo dei benefici Effetti collaterali delle noci: cosa devi sapere se decidi di mangiarle ogni giorno

Maionese all’acqua vado sul sicuro: è leggera e sta bene con tutto

Da quando ho scoperto la maionese all’acqua la faccio sempre e la uso dappertutto: leggerissima e senza un filo d’olio 20 Maggio 2025 di Veronica Elia Con la maionese all’acqua vado sul sicuro: è leggera e sta bene con tutto, ormai non posso più farne a meno! Per rendere i nostri piatti più saporiti e sfiziosi si possono aggiungere tantissimi condimenti diversi. Non solo olio extravergine d’oliva, sale, pepe e aceto, ma anche succo di limone, aceto di mele, spezie, erbe aromatiche e ovviamente salse di ogni tipo. Tra quelle più amate c’è senza dubbi la maionese. Ottima per insaporire panini, carne, insalate e chi più ne ha più ne metta! maionese e uova su di un tagliere Da quando ho scoperto la maionese all’acqua la faccio sempre e la uso dappertutto: leggerissima e senza un filo d’olio (Ricettaqubi.it) C’è da dire, però, che aggiungendone anche solo un cucchiaino, le calorie schizzano subito alle stelle. Chi infatti deve seguire una dieta ipocalorica deve assolutamente stare alla larga dalla maionese. Da quando però ho scoperto la versione all’acqua senza un filo d’olio è tutto diverso! Maionese all’acqua senza un filo d’olio: versione leggera che sta bene con tutto Hai mai assaggiato la maionese all’acqua? Puoi farla da solo con le tue mani in poche semplici mosse. Così ti viene fuori un condimento saporito e al tempo stesso leggerissimo, con molte meno calorie rispetto alla versione tradizionale. E poi è talmente buona che sta bene con tutto, specialmente con cruditè, pesce grigliato e patate al forno. Ingredienti per circa 300 grammi di salsa 2 uova sode; 1 cucchiaio di aceto di vino bianco; 3 cucchiai d’acqua; 1/2 cucchiaino di sale. Preparazione maionese in una ciotola Maionese all’acqua senza un filo d’olio: versione leggera che sta bene con tutto (Ricettaqubi.it) Con la maionese all’acqua non dovrai più preoccuparti delle calorie. La metti dove vuoi, tanto sta bene su tutto! Per farla, inizia a preparare le uova sode mettendole a bollire in acqua fredda e calcolando 8-9 minuti dal punto di bollore. Una volta pronte, lasciale raffreddare e sgusciale. Mettile quindi spezzettate all’interno di un bicchiere dai bordi alti, aggiungi l’acqua, l’aceto di vino bianco e, se vuoi, un pizzico di sale e frulla tutto con il mini pimer per un paio di minuti. Continua così fino ad ottenere una salsa bella liscia ed omogenea. Se dovesse rimanere un po’ troppo granulosa, aggiungi dell’altra acqua e vai avanti a frullare fino ad avere la consistenza desiderata. Il consiglio extra: se preferisci, al posto dell’aceto di vino bianco puoi usare il succo di limone. Per rendere più saporita la tua maionese all’acqua, puoi inoltre aggiungere delle spezie o delle erbe aromatiche come la curcuma, l’erba cipollina, i capperi o l’aglio in polvere. L’ideale è aromatizzare la salsa in modo diverso a seconda della ricetta a cui si vuole accompagnare. Ad ogni modo, sarà ottima anche liscia!

Anguria e gonfiore addominale: attenzione a come la consumi

Anguria e gonfiore addominale: attenzione a come la consumi Maggio 20, 2025 di admin L’anguria è un frutto estivo amato da molti, grazie al suo sapore dolce e rinfrescante. Tuttavia, per alcune persone, può rappresentare una fonte di disagio, specialmente quando si parla di gonfiore addominale. Nonostante i suoi molteplici benefici, inclusa l’alta percentuale di acqua e vitamine, la sua consumazione può avere effetti avversi se non avviene in modo corretto. Comprendere i motivi per cui l’anguria può causare gonfiore è fondamentale per poterla gustare senza problemi. La prima questione da considerare è la quantità. L’anguria è un frutto ricco di zuccheri naturali, come il fruttosio. Se consumata in grandi quantità, il fruttosio potrebbe non essere completamente assorbito dall’intestino e portare a fermentazione nell’intestino stesso, generando così gas e, in ultima analisi, gonfiore. Coloro che soffrono di sensitività al fruttosio potrebbero riscontrare questo problema più frequentemente, quindi è saggio moderare le porzioni, specialmente se hai già avuto esperienze di disagio dopo aver consumato frutta dolce. Un altro aspetto da tenere presente è il modo in cui si consuma l’anguria. Spesso può capitare di mangiarla come spuntino, magari in combinazione con altri alimenti. L’anguria, a causa del suo contenuto di acqua, può interferire con la digestione di alimenti più pesanti, causando una sensazione di pesantezza e gonfiore. Si consiglia quindi di mangiarla lontano dai pasti principali o di abbinarla con altri frutti, evitando combinazioni con cibi ad alto contenuto di grassi o proteine animali che rallentano la digestione. Il ruolo della digestione La digestione è un processo complesso e vari fattori possono influenzarla. Per esempio, l’assunzione di anguria in combinazione con cibi ricchi di carboidrati può amplificare la sensazione di gonfiore. Questo accade poiché entrambi questi alimenti richiedono un’attenzione particolare da parte del sistema digestivo. Mangiare in fretta può ulteriormente aggravare la situazione, poiché si tende a ingoiare aria, che si somma al gas generato dai cibi stessi. Per evitare tali inconvenienti, è importante concedersi il tempo necessario per masticare e apprezzare il gusto di ogni morso. Un altro aspetto essenziale è l’idratazione. Sebbene l’anguria sia composta principalmente da acqua, il consumo di liquidi può influenzare il gonfiore addominale. In estate, si tende a bere di più, ma è fondamentale scegliere bevande a basso contenuto di zuccheri o senza zuccheri aggiunti. Le bevande gassate, ad esempio, possono contribuire a gonfiare lo stomaco, quindi è meglio optare per acqua naturale o tisane, che possono coadiuvare la digestione. Il modo in cui si conserva l’anguria può anche avere un impatto significativo sulla sua freschezza e sulla risposta del nostro organismo. Un frutto conservato male potrebbe iniziare a fermentare, e anche un piccolo morso di anguria non fresca può avere effetti negativi, contribuendo a fastidiosi gonfiori addominali e ad altri sintomi gastrointestinali. Assicurati sempre che l’anguria sia conservata in un luogo fresco e consumala entro pochi giorni dall’acquisto. I benefici dell’anguria e le alternative Nonostante i problemi che può causare, l’anguria è ricca di nutrienti e offre vari benefici per la salute. È ricca di antiossidanti, che possono aiutare a combattere i radicali liberi nel corpo, proteggendo le cellule dallo stress ossidativo. Inoltre, contiene citrullina, un amminoacido che aiuta a migliorare la circolazione e può anche contribuire al benessere muscolare. È un’ottima fonte di vitamina C, essenziale per il sistema immunitario e per la pelle. Se, nonostante le precauzioni, continui a soffrire di gonfiore dopo aver mangiato anguria, potrebbe valere la pena considerare alternative fresche. Meloni e pesche sono altre opzioni fruttate che possono essere più tollerabili per chi ha uno stomaco sensibile. Anche le fragole offrono un buon apporto di zuccheri naturali e vitami, senza il rischio elevato di gonfiore. Prova a mescolare questi frutti in una bella macedonia, per un’alternativa deliziosa e nutriente. Strategie per mangiare l’anguria senza disagio Ecco alcune strategie utili per goderti l’anguria senza preoccuparti del gonfiore. Per prima cosa, limita le porzioni e cerca di non superare una fetta di anguria durante un singolo spuntino. In secondo luogo, mangiala lentamente e mastica bene, per favorire una digestione più efficiente. Infine, prova a consumare l’anguria da sola, senza accoppiarla con altri alimenti durante i pasti. In conclusione, è possibile gustare l’anguria senza sgradevoli effetti collaterali se si prestano attenzione al modo in cui la si consuma. Con una gestione oculata delle porzioni, una corretta combinazione alimentare e una conservazione adeguata, puoi continuare a godere di questo frutto estivo delizioso, senza temere il gonfiore addominale. In caso di dubbi o problematiche persistenti, è sempre consigliabile consultare un medico o un nutrizionista, per ottenere consigli più personalizzati.

lunedì 19 maggio 2025

Cipolle, 70 varietà diverse: tutto quello che non sapete

Cipolle, 70 varietà diverse: tutto quello che non sapete Dolci, pungenti o versatili: i bulbi più saporiti al mondo impreziosiscono centinaia di piatti. E la Rossa di Breme apre a breve la stagione delle sagre di Attilio Barbieri lunedì 19 maggio 2025 condividi Cipolle, 70 varietà diverse: tutto quello che non sapete 5' di lettura L'Italia custodisce nei suoi terreni un tesoro spesso sottovalutato: la cipolla, umile regina della cucina tradizionale. Da nord a sud, questo bulbo ha saputo adattarsi ai microclimi locali, dando vita a una varietà sorprendente di cultivar che raccontano la storia dei territori e delle tradizioni culinarie locali. Ogni provincia ha selezionato nel tempo la propria cipolla, adattandola al clima, al terreno e ai gusti locali. Alcune sono diventate protagoniste di presidi Slow Food, altre hanno ottenuto riconoscimenti come Prodotti agroalimentari tradizionali (Pat), Denominazioni Comunali (De.Co.) o le prestigiose certificazioni europee Dop e Igp. La mappa di questi vegetali restituisce un’Italia divisa fra dolcezza da una parte e pungenza dall’altra, tra bolliti, soffritti e insalate. In cui la cipolla gioca spesso un ruolo da protagonista. Fra l’altro a giorni iniziano le prime sagre dedicate all’allium cepa. Apre la Rossa di Breme, un paesone all’estremo sud della Lomellina, in provincia di Pavia con eventi che si svolgono dal 6 all’8 e dal 13 al 15 giugno. DOLCI TENTAZIONI Chi pensa che tutte le cipolle facciano piangere e lascino un retrogusto pungente non ha mai assaggiato le straordinarie varietà italiane selezionate proprio per essere mangiate crude. La varietà che meglio si presta è proprio la Cipolla Rossa di Breme, non a caso chiamata «la dolcissima»: il suo sapore è così delicato e la sua digeribilità così alta che può essere consumata cruda nell’insalata “alla bremese” con tonno e fagioli senza alcun timore. Scendendo verso il centro-sud, incontriamo il Cipollotto Nocerino Dop, coltivato tra le province di Salerno e Napoli, protagonista indiscusso delle insalate primaverili. Non da meno è la Cipolla bianca di Margherita Igp, gioiello pugliese dalla consistenza croccante e dal sapore delicato. In Veneto, la Cipolla bianca di Chioggia e la Cipolla rosa di Bassano offrono due interpretazioni diverse ma ugualmente raffinate in tema di dolcezza: la prima con la struttura croccante è perfetta nelle insalate veneziane, mentre la seconda arricchisce le tavole vicentine con un tocco di eleganza. Piccole ma sorprendenti sono la Cipolla Borettana emiliana e la Cipolla di Bassone toscana, venduta tradizionalmente in trecce, che danno personalità alle insalatone primaverili, senza prevaricare gli altri sapori. LE VERSATILI Alcune cipolle italiane possiedono il raro dono della versatilità, e riescono a esprimere qualità eccellenti sia quando consumate crude sia se vengono sottoposte a cottura. La Cipolla Rossa di Tropea Igp è probabilmente la più celebre rappresentante di questa categoria. Nata tra le terre calabresi ricche di iodio, ha conquistato i mercati internazionali grazie alla sua dolcezza e adattabilità. È sublime cruda in insalata ma rivela tutta la sua magia anche quando viene caramellata o trasformata in marmellata. Meno conosciuta ma ugualmente straordinaria è la Cipolla di Acquaviva delle Fonti, presidio Slow Food pugliese definita anche «la cipolla rossa che fa piangere di gioia». La sua dolcezza e croccantezza la rendono perfetta sia cruda che cotta. Nel Nord Italia, la Cipolla bionda piatta di Drubiaglio racconta una storia antica legata alla fertile valle della Dora Riparia in Piemonte. Si presta per essere impiegata nelle insalate fresche e pure come ingrediente portante delle cipolle ripiene. La Sicilia contribuisce con la monumentale Cipolla di Giarratana, che può raggiungere i 3 chilogrammi di peso ma conserva una dolcezza e una succosità che la rendono perfetta sia cruda che grigliata o cotta al forno. In Lombardia, la Cipolla ramata di Milano, con la sua straordinaria conservabilità (da settembre ad aprile), è una fedele compagna dell'inverno milanese, mentre nelle Marche, la Cipolla rossa piatta di Pedaso, salvata dall'estinzione, incanta con il suo colore rosso acceso tendente al violaceo. Fra le “versatili” impossibile dimenticare la dolce Cipolla di Cannara umbra, protagonista di una delle più antiche feste della cipolla d'Italia, e la Cipolla di Airola campana, ingrediente fondamentale della leggendaria "Genovese" napoletana, il famoso sugo a base di cipolle e carne. LE EQUILIBRATE Alcune varietà brillano particolarmente nelle cotture di media intensità, come frittate, ripieni e preparazioni al forno. Sono bulbi dal sapore equilibrato, né troppo pungenti né eccessivamente dolci. Il Piemonte è ricco di queste varietà: dalla delicata Cipolla piatlina bionda di Andezeno, alla Cipolla bionda astigiana e alla sua controparte rossa. La Cipolla di Leinì completa con il suo perfetto equilibrio tra dolcezza e intensità questo poker piemontese. In Liguria, la Cipolla di Pignone arricchisce le torte salate della tradizione spezzina, mentre la Cipolla Rossa Genovese di Zerli è l'ingrediente segreto di molti ripieni genovesi. In Toscana, la Cipolla lucchese mostra come anche un sapore apparentemente semplice possa diventare distintivo quando inserito nelle preparazioni giuste. Nel Centro-Sud, la Cipolla bianca di Fara Filiorum Petri abruzzese e la Cipolla di Eremiti campana rappresentano due interpretazioni diverse ma ugualmente riuscite della cipolla da preparazioni medie. LE INTENSE Alcuni tra i piatti più distintivi della tradizione italiana devono il loro successo alle cipolle da cottura lunga e con sapore intenso, che esprimono il meglio quando cuociono lentamente. In Lombardia, la Cipolla dorata di Voghera rappresenta un’eccellenza con il suo sapore deciso e la consistenza soda che mantiene quasi intatta anche dopo lunghe cotture. La sua straordinaria conservabilità la rendeva preziosa nell’economia contadina, fino a diventare un ingrediente fondamentale per tutto l'inverno. Il Piemonte vantala robusta Cipolla dorata di Castelnuovo Scrivia, mentre la Liguria risponde con la Cipolla rossa savonese e la particolare Cipolla egiziana dell'imperiese, entrambe capaci di trasformare un semplice soffritto in una base aromatica memorabile. L'Emilia-Romagna offre un trittico d'eccellenza: la Cipolla di Medicina, la Cipolla dorata di Parma e la Cipolla dell'acqua di Sant'Arcangelo, valorizzata da Slow Food, che deve le sue caratteristiche uniche al particolare terreno umido in cui cresce. In Toscana incontriamo un poker di varietà ideali per le zuppe della tradizione: la Cipolla vernina di Firenze, la Cipolla di Ripola, la Cipolla di Treschietto e la Cipolla rossa della Valtiberina aretina. Ciascuna porta un contributo unico alle ricette regionali, dalla ribollita alla zuppa frantoiana. Anche al Sud esistono varietà perfette per le cotture lunghe: la Cipolla ramata di Montoro e la Cipolla di Pompei in Campania, la Cipolla di Zapponeta in Puglia, fino alla Cipolla di Matera, che porta nelle zuppe il sapore unico dei terreni materani. La Sardegna chiude questo viaggio con un quartetto d'eccellenza: la Cipolla di Banari, la Cipolla di Gonnosfanadiga, la Cipolla di San Giovanni e la Cipolla di Zeppara, tutte fondamentali nelle zuppe dell'isola. LE SPECIALISTE Esiste poi una categoria particolare di cipolle italiane che esprimono il meglio di sé quando vengono confezionate sottaceto, in agrodolce o trasformate in confetture. Il simbolo indiscusso è la Cipollina di Ivrea, dal sapore delicato e dolce, ideale per essere conservata in agrodolce o sottaceto, per diventare uno dei contorni più amati del nord Italia. Ma pure la Cipolla Rossa di Breme diventa sublime nelle confetture e nelle mostarde lombarde, mentre la Rossa di Tropea è protagonista di indimenticabili composte agrodolci che accompagnano i formaggi calabresi.

venerdì 9 maggio 2025

Spaghetti e broccoli

Broccoli, cime di rapa, friarielli … In inverno c’è solo l’imbarazzo della scelta, anche per poter realizzare ‘ricette verdi’ con la pasta. Un classico imperdibile – e anche molto semplice da fare – sono gli spaghetti con i broccoli. Ricetta di Virginia Di Falco 1.6/5Vota questa ricetta 1 2 3 4 5 Ingredienti per 4 persone 400 gr di spaghetti 1 kg di broccoli 4 cucchiai di olio extravergine di oliva 1 spicchio di aglio peperoncino piccante, a piacere Preparazione Se non avete comprato dei broccoli già puliti, cominciate col lavarli, e liberarli delle foglie esterne e dei gambi più duri. A seconda dei gusti, avete poi due alternative per cuocerli. Se vi piace che si senta l'amaro della verdura, 'scoppettateli' direttamente in padella, in olio, aglio e peperoncino. Una volta cotti, sminuzzateli e versatevi gli spaghetti al dente facendoli poi saltare un minuto, a fuoco vivace. Se invece preferite la versione più delicata, date prima una leggera scottata ai broccoli in acqua bollente, poi scolateli molto bene. In una padella fate imbiondire lo spicchio di aglio che poi toglierete, aggiungete un po' di peperoncino a piacere e completate in padella la cottura della verdura, sminuzzandola in modo da facilitare una buona distribuzione del condimento nel piatto. In un padellino con poco olio fate tostare il pangrattato. Scolate gli spaghetti al dente, aggiungeteli ai broccoli e fate saltare per un minuto a fuoco vivace in modo da far insaporire per bene la pasta. Impiattate, spolverate con il pangrattato tostato e servite con un filo d’olio evo. Vini abbinati: Piedirosso