martedì 15 luglio 2014

Acqua del rubinetto, Legambiente: "Bevetela, è sicura ed economica". Ma la Commissione europea frena sul Lazio

L'Huffington Post

Legambiente invita a bere l'acqua del rubinetto, ma la Commissione europea getta l'allarme su alcune zone del Lazio. Si può bere o no l'acqua che esce dai nostri rubinetti? Secondo l'associazione ambientalista sì.
"L'acqua di rubinetto è buona e sicura ed economica, viene costantemente controllata dagli enti preposti" e "può arrivare a costare anche 1000 volte di meno dell'acqua in bottiglia". Lo sostiene Legambiente che aggiunge: "l'acqua del rubinetto è rispettosa dell'ambiente, perchè per arrivare sulle nostre tavole non ha bisogno di confezionamento, trasporto, smaltimento delle bottiglie di plastica".
In Italia, secondo i dati Legambiente, "meno di un terzo delle persone riesce a riconoscere l'acqua di rubinetto da quella in bottiglia".
In Italia c'è una vera e propria "passione" per l'acqua in bottiglia: secondo i dati diffusi dall'associazione ne beviamo circa 200 litri a testa ogni anno, un consumo "triplicato in 30 anni (nel 1985 erano appena 65)".
"Per sfatare miti e luoghi comuni sull'acqua di rubinetto - ha dichiarato Yuri Rambelli, presidente del circolo di Legambiente "A. Cederna" - abbiamo organizzato in occasione della "Notte Green" di Fusignano un banchetto di assaggio dell'acqua, preparando 2 bottiglioni, uno con acqua minerale e l'altro con acqua di rubinetto, e invitando i cittadini ad "assaggiare" l'acqua, cercando di riconoscere le differenze: meno di un terzo delle persone ha indovinato". "Questo dimostra come, a parte casi particolari dovuti a tubature vecchie o altri problemi, - prosegue Rambelli - si potrebbe tranquillamente bere l'acqua di casa, risparmiando inoltre spese di trasporto e montagne di bottiglie di plastica che vanno poi smaltite in qualche modo.
Solo pochi giorni fa, però, la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per la sua incapacità di garantire che l’acqua destinata al consumo umano sia conforme alle norme europee. "La contaminazione dell’acqua da arsenico e fluoro è un problema annoso in Italia, in particolare nel Lazio".
I parametri "La direttiva sull’acqua potabile impone agli Stati membri di controllare e testare l’acqua destinata al consumo umano in base a 48 parametri microbiologici e chimici e indicatori- si legge in una nota - Se si riscontrano nell’acqua livelli elevati di arsenico o di altri inquinanti, gli stati membri possono derogare per un periodo limitato di tempo ai valori limite fissati dalla direttiva". Ma all’Italia, sottolinea la Commissione, sono state già concesse tre deroghe, il massimo previsto. "Il periodo di deroga - spiega la nota - era finalizzato a consentire di trovare soluzioni durature. Tuttavia, più di un anno dopo la scadenza della terza deroga, l’Italia continua a violare la direttiva".
Le richieste Secondo il Corriere "All’Italia era stato chiesto di assicurare che fosse disponibile l’approvvigionamento di acqua salubre destinata al consumo da parte dei neonati e dei bambini fino all’età di tre anni. «Le deroghe erano subordinate al fatto che l’Italia fornisse agli utenti informazioni adeguate su come ridurre i rischi associati al consumo dell’acqua potabile in questione e, in particolare, i rischi associati al consumo di acqua da parte dei bambini - continua la nota - L’Italia era tenuta inoltre ad attuare un piano di azioni correttive e a informare la commissione in merito ai progressi compiuti".
Le zone in mora "I valori limite per arsenico e fluoro non sono ancora rispettati in 37 zone di approvvigionamento di acqua in Lazio- conclude la nota- Su raccomandazione del commissario per l’Ambiente, Janez Potocnik, la commissione invia una lettera di costituzione in mora all’Italia, la prima fase formale della procedura di infrazione".