giovedì 26 ottobre 2017

La pasta rende felici, concilia il sonno e fa pure dimagrire

Giovedì, 26 ottobre 2017 - 11:06:00

La pasta rende felici, concilia il sonno e fa pure dimagrire  

In un piatto di PASTA il piacere del gusto si accorda con la buona salute, seguendo le regole giuste: niente PASTA scotta, attenzione alla qualità, preferire il primo piatto a cena. A stilare la lista dei consigli, nella Giornata mondiale della PASTA, 'Sanità In Formazione' insieme a Serena Missori, endocrinologa e nutrizionista, autrice del libro 'La dieta dei biotipi', in collaborazione con Consulcesi Club.

Ecco le 5 indicazioni per un primo piatto salutare:
1) Attenzione alla qualità: è opportuno prediligere la PASTA di grano duro, meglio se trafilata al bronzo e anche integrale. Meglio comunque scegliere gli spaghetti che hanno l'indice glicemico inferiore e quindi sono adatti anche ai diabetici e a chi deve perdere peso.

2) La PASTA deve essere assolutamente al dente, perché dà più sazietà e ha un indice glicemico più basso. Attenzione quindi a non cuocerla eccessivamente. Qualora succedesse raffreddarla sotto un getto d'acqua corrente.

3) Sì a una bella spaghettata saltata in padella con olio extravergine d'oliva e spezie, ma ogni tanto concediamoci anche una carbonara con uova, pancetta (preferibilmente senza nitriti) per aggiungere un boost di proteine. Fra l'altro questa associazione stimola la tiroide: ricordiamoci di associarla a della verdura amara, come ad esempio la rughetta per ridurre la ritenzione idrica che un piatto di PASTA abbondante potrebbe causare.

E ancora:
4) La PASTA può essere consumata anche di sera, soprattutto se siamo stressati, se soffriamo d'insonnia, se siamo in menopausa e abbiamo le vampate o se soffriamo di sindrome premestruale. Questo perché la PASTA favorisce la sintesi di serotonina e di melatonina, facendo assorbire maggiormente il triptofano e quindi ci fa rilassare e favorisce il sonno. Se ci rilassiamo si riducono gli ormoni dello stress, fra cui il cortisolo, che favoriscono l'aumento di peso. Il biotipo nervoso cerebrale può concedersi una bella spaghettata a ogni pasto, il biotipo linfatico che deve perdere peso è meglio che non la mangi proprio tutte le sere, il biotipo bilioso e sanguigno, con moderazione e associando la PASTA al consumo di verdure, può mangiarla sempre.

5) Infine, per chi è celiaco o sensibile al glutine, o ha la permeabilità intestinale o soffre di colite o di malattie infiammatorie intestinali, via libera alla PASTA di riso integrale, di quinoa e di grano saraceno, sempre con l'accortezza di consumarla al dente associata a delle verdure amare, prima o dopo il pasto.

Il piccante orgoglio di Calabria: tutto quello che dovete sapere sulla 'nduja

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'Nduja di Spilinga 
Da prodotto di nicchia, reperibile solo nel luogo d'origine, a tipicità famosa in tutto il mondo. Ecco come si produce e dove provarla. 

giovedì 19 ottobre 2017

PAPPARDELLE ALLA BURINA

Ho preso spunto da varie ricette presentate su Internet e ne ho elaborata una del tutto mia e ora vado a presentarla:

Ingredienti:

  1. Pappardelle (o Tagliatelle, o Tagliolini) all'uovo se preferite
  2. Ricotta, di mucca o di pecora
  3. Funghi porcini o misti (vanno benissimo quelli surgelati)
  4. Guanciale
  5. Formaggio (pecorino o parmigiano secondo i gusti)
  6. Panna da cucina
  7. Pomodorini 
  8. Cipolla bianca
  9. Vino Bianco
  10. Olio evo
  11. Sale
  12. Pepe
Le quantità dipendono, ovviamente dal numero dei commensali.
Preparazione:
  1. In una ciotola capiente amalgamate la ricotta e la panna aggiungendo un po' di formaggio e di pepe.
  2. In una padella grande mettete pochissimo olio evo, cipolla e guanciale
  3. Dopo un po' aggiungete del vino bianco e lasciate sfumare
  4. A questo punto aggiungete i funghi ancora congelati e poco sale.  Dopo 10' aggiungete i pomodorini, non tanti, e tagliati almeno in due. Lasciate cuocere ancora per 3'/5' aggiungendo un po' di acqua di cottura e versate le fettuccine che finiranno di cuocere in padella.
  5.  Quando le pappardelle saranno cotte, a vostro gusto, spegnete il fuoco e versate nella padella la crema ottenuta con la ricotta e la panna. Secondo il vostro gusto aggiungete il formaggio e il pepe.


domenica 8 ottobre 2017

La carne rossa fa male o no? La risposta definitiva: cosa dice l'associazione contro i tumori


7 Ottobre 2017

La carne rossa fa male o no? La risposta definitiva: cosa dice l'associazione contro i tumori
È il dilemma che divide i vegani (o vegetariani) dai carnivori. La domanda delle domande: la carne rossa fa male? Quanta se ne può mangiare al massimo?

Ci sono teorie diverse, la stessa Organizzazione Mondiale della sanità non è chiarissima. Allora il Mattino ha chiesto direttamente all’Airc, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.  La risposta è che dipende dalla quantità. Di sicuro è nocivo  “un consumo eccessivo di carni rosse, soprattutto di carni rosse lavorate (salumi, insaccati e carne in scatola), che aumenta il rischio di sviluppare alcuni tumori”. Il rischio dipende dalla "quantità e frequenza dei consumi". Un consumo modesto di carne rossa (una o due volte a settimana al massimo) è accettabile anche per l'apporto di nutrienti preziosi (soprattutto vitamina B12 e ferro) mentre "le carni rosse lavorate andrebbero consumate solo saltuariamente”.

Secondo Airc "le proteine animali sono costituite dalle stesse molecole chimiche di quelle vegetali, gli amminoacidi. A far male, nel caso di consumo eccessivo, è il modo in cui interagiscono con l’organismo: ad esempio la conservazione, nel caso delle carni lavorate, o le modalità di cottura, che modificano le molecole presenti rendendole potenzialmente dannose per la salute".

Le alte temperature "sterilizzano" la carne diminuendo il pericolo di contaminazioni da microorganismi e causano cambiamenti nella struttura chimica delle proteine aumentandone la digeribilità e il potenziale nutritivo. “Tuttavia nel processo si formano anche sostanze, come le ammine eterocicliche, potenzialmente tossiche e cancerogene".

Inoltre, i cibi di origine animale, oltre alle proteine, contengono anche altre sostanze, tra cui grassi saturi e il ferro del gruppo eme: in dosi eccessive queste sostanze stimolano l’aumento del colesterolo, i livelli di insulina nel sangue e l’infiammazione del tratto intestinale, aumentando il rischio di patologie come i tumori, in particolare quelli del colon-retto.

Gli epidemiologi sono concordi sul fatto che le persone che seguono diete ricche di proteine animali, soprattutto carni rosse e lavorate, corrono un rischio maggiore di sviluppare patologie come diabete, infarto, problemi cardiovascolari, obesità e cancro. “Tra i tumori - si legge ancora sul sito dell’Airc - il rischio aumenta soprattutto per quelli dell'apparato gastro-intestinale, come il cancro al colon-retto e allo stomaco, ma anche per alcuni tumori "ormone-dipendenti" come quello al seno, alla prostata e all'endometrio".

Insomma, quanta se ne può mangiare? Il World Cancer Research Fund raccomanda di consumare non più di 300 grammi a settimana.