Aglio, Olio evo e peperoncino piccante sono gli ingredienti base della mia cucina e ciò la colloca nella "Cucina povera". La cucina è CULTURA, senza tema di smentite e perciò la definisco EPICUREA: valorizza ciò che hai, non desiderare l'impossibile.
giovedì 21 agosto 2025
Carne scongelata: come capire se è andata a male o è ancora buona dal colore alla patina bianca fino all'odore
Carne scongelata: come capire se è andata a male o è ancora buona dal colore alla patina bianca fino all'odore
di Martino Fiumi
Il freezer è un'ottima soluzione per conservare i cibi a lungo. Carne inclusa. Una volta riportata a temperatura, è sempre bene fare queste verifiche
Ossidazione, rancido, bruciature da congelamento e contaminazioni. Quando si scongela la carne sono tanti i rischi che si possono correre.
Saperli è fondamentale perché ci permette di individuare i segni di alterazione e consumare la carne in sicurezza anche dopo mesi di congelamento, tanto più se abbiamo scordato di apporre le opportune etichette con su scritta la data di congelamento.
«La carne, infatti, può presentarsi leggermente diversa dall’aspetto originale: a volte cambia colore senza compromettere la qualità, altre volte sembra intatta ma si degrada rapidamente se scongelata in modo scorretto», spiega Annamaria Acquaviva, dietista, nutrizionista e farmacista, ideatrice di Health Revolution. I 5 pilastri della salute. Benessere e longevità secondo il Metodo Acquaviva.
Ecco, allora, una piccola guida su come orientarsi dalla catena del freddo alle differenze tra i tipi di carne fino ai sensi da usare per capire se sia ancora buona.
Carne congelata: come capire se possiamo ancora mangiarla (o meno)
Quando si scongela della carne dopo averla tolta dal freezer sono diversi gli scenari che possiamo trovarci davanti. Ecco come interpretarli.
Partiamo dall'ossidazione. «L'ossidazione - spiega Acquaviva - può far cambiare leggermente colore alla carne. Può, ovvero, scurirla o, al contrario, farla diventare più pallida. Il che non significa che sia necessariamente deteriorata».
Le bruciature da congelamento - o freezer burn - riconoscibili come una sottile patina bianca secca, sono invece il risultato della disidratazione superficiale dovuta alla sublimazione dell’acqua. «Non compromettono la sicurezza igienica, ma incidono sulla qualità sensoriale e sulla consistenza della carne, rendendola più secca o fibrosa», continua l'esperta. «Lo stesso fenomeno si osserva anche in altri alimenti congelati, ad esempio il pane che può assumere un aspetto biancastro e una consistenza gommosa o troppo asciutta».
Diverso è l’odore rancido, tipico dell’ossidazione dei grassi, che ricorda l’olio andato a male: «Questo è un segnale a cui prestare molta attenzione: la carne non è più sicura, bisogna evitare di consumarla».
Occhio, infine, alle contaminazioni microbiche - batteri e muffe per intenderci - che «non vengono eliminate dal congelamento, ma soltanto bloccate. Se la catena del freddo si interrompe o se lo scongelamento avviene in modo scorretto, i microrganismi riprendono a moltiplicarsi rapidamente», avverte Acquaviva.
Quanto resiste la carne in freezer?
«Intanto va detto che per una conservazione a regola d'arte la carne va conservata a - 18°C». A questa temperatura:
il maiale può resistere fino a 4 mesi
le carni bovine fino a 9 mesi
pollo e tacchino fino a 12 mesi
«Attenzione - puntualizza Acquaviva - alle carni lavorate come il macinato o le salsicce. Quelle resistono molto di meno, circa 2–3 mesi, e si ossidano più in fretta perché, essendo tagliate, hanno una maggiore superficie esposta all’aria».
Il Ministero della Salute è, poi, molto chiaro su congelamento e surgelazione che «non sterilizzano, ma rallentano l’attività enzimatica e microbica, consentendo la conservazione degli alimenti per tempi molto più lunghi».
«Quando poi si scongela - fa eco l'esperta - bisogna rispettare la catena del freddo, altrimenti ogni buona accortezza rischierà di risultare vana».
A proposito di catena del freddo
Il freezer, dunque, non uccide i batteri, ma ne blocca la crescita. Se la carne viene lasciata a temperatura ambiente, la proliferazione riprende velocemente. È, quindi, fondamentale rispettare la catena del freddo: la modalità più sicura è quella di mettere la carne da scongelare in un piatto, sul ripiano più basso del frigorifero. In questo modo lo scongelamento avviene lentamente e in sicurezza, mantenendo controllato lo sviluppo microbico.
Guardare, toccare e annusare: l'attenzione sensoriale
Quando la carne sarà scongelata sono molti i campanelli d’allarme a cui fare attenzione. Primo tra tutti il colore. Abbiamo visto che, se fosse un po’ più scura o pallida, la carne potrebbe semplicemente essersi ossidata. I toni grigiastri o verdastri o persino macchie sulla sua superficie indicano, invece, un deterioramento. In quanto tale pericoloso per la salute.
Alle volte ci impensierisce di più la patina bianca che ricopre l’alimento. Lo ribadiamo: si tratta della bruciatura da congelamento, non pericolosa per l'organismo, ma indice di scarsa qualità.
Anche la consistenza, mai viscida, e l’odore, mai pungente né rancido, devono mantenersi il più possibile simili a quelli originali.
mercoledì 20 agosto 2025
Preparazione della Cacio e pepe (ricetta originale)
X 4 X 1
Pasta cacio e pepe: ricetta e ingredienti
400 gpasta (tonnarelli o spaghetti) 100g
280 gpecorino romano 70g
1 cucchiaiopepe nero in grani 1/4 cucchiaio
q.b.pepe nero in grani (macinato, da spolverare) q.b.
Preparazione della Cacio e pepe (ricetta originale)
Come si fa la Cacio e pepe? Vi ho detto che ci sono diverse tecniche, ma questo è l’unico metodo con cui ho sempre avuto un risultato perfetto. La preparazione della Pasta cacio e pepe è tipo una catena di montaggio: ci sono alcuni passi da seguire, in modo che la pasta prenda tutto il sapore del cacio e del pepe. Il segreto è preparare a parte la crema di pecorino, di consistenza pastosa, che verrà poi sciolta direttamente insieme alla pasta (la famosa cremina). Una cacio e pepe senza grumi e senza che il formaggio si addensi in nessun modo. Altro segreto è risottare i tonarelli o gli spaghetti direttamente nella padella, in modo da cucinare gli ultimi minuti insieme al pepe, assimilandone tutto il profumo.
Per prima cosa, macinate al momento il pepe nero in grani. Potete utilizzare un mortaio, pestando il pepe con energia in senso rotatorio, o un batticarne oppure un macinino: è importante che la polvere ottenuta risulti grossolana. Quindi non utilizzate il pepe in polvere già confezionato (è importante per il buon esito della ricetta).
Portate a bollore l’acqua per la pasta, salate leggermente (io metto circa la metà di sale, dato che il pecorino è già sapido di suo) e iniziate a lessare la pasta.
Scaldare il pepe - Ricetta pasta cacio e pepe
Scaldate una padella antiaderente e versate un bel cucchiaio pieno di pepe macinato. Fatelo tostare per qualche minuto, a fuoco medio. Appena sentirete sprigionarsi il suo aroma, versate subito 3 mestolini di acqua di cottura. Vedrete che inizierà a formarsi una schiuma bianca: è la combinazione del pepe con gli amidi della pasta contenuti nell’acqua.
La crema di pecorino - Ricetta cacio e pepe
Preparate la crema di pecorino: versate il pecorino grattugiato in una scodella e unite 2 mestolini di acqua di cottura, un po’ alla volta. Amalgamate con una spatola, fino ad ottenere una consistenza pastosa. Se necessario, unite ancora un goccino di acqua. Tenete da parte.
Risottare la pasta - Ricetta spaghetti cacio e pepe
Quando mancheranno 2 minuti alla fine della cottura, prelevate gli spaghetti con una pinza e versateli direttamente nella padella dove avete scaldato il pepe e portateli a cottura risottandoli per qualche minuto, muovendoli spesso con una pinza per farli amalgamare con il pepe. Potete anche scolare la pasta con lo scolapasta, ma tenete da parte un bel bicchiere di acqua di cottura, da aggiungere per evitare che la preparazione si asciughi troppo.
lunedì 11 agosto 2025
Carpaccio di pomodori
Carpaccio di pomodori: la ricetta fresca e veloce che ti svolta il contorno in estate
In estate i pomodori sono senza dubbi tra i contorni più gettonati. Freschi e veloci da portare in tavola, stanno bene praticamente con tutto. Se però ti sei stufato dei soliti pomodori in insalata, ti consiglio di provare il carpaccio di pomodori. Una ricetta alternativa che conquisterà di sicuro tutti.
affettare pomodori
Carpaccio di pomodori: la ricetta fresca e veloce che ti svolta il contorno in estate (ricettaqubi.it)
Informazioni utili
Difficoltà: facile
Tempi di preparazione: 5 minuti
Dosi: 4 persone
Ingredienti per il carpaccio di pomodori
2 pomodori cuore di bue;
4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva;
1 limone;
1 cucchiaio di capperi dissalati;
1 ciuffo di basilico;
sale q.b.;
pepe q.b.
Preparazione carpaccio di pomodori
Fare il carpaccio di pomodori è facilissimo. Bastano 5 minuti e porti in tavola un contorno fresco ed ancora più sfizioso dei soliti pomodori in insalata. Per farli, comincia a preparare il condimento, raccogliendo nel boccale di un frullatore ad immersione il succo di un limone spremuto e filtrato ed una presa di sale.
Frulla tutto per qualche secondo, unendo l’olio extravergine d’oliva a filo.
Continua così fino a quando l’emulsione non si sarà leggermente addensata.
Dopodiché, lava ed asciuga i pomodori ed affettali sottilmente con l’aiuto di una mandolina o con un coltello dalla lama affilata.
Sistemali su un vassoio, facendo in modo che si sovrappongano leggermente e poi condiscili con l’emulsione preparata, qualche fogliolina di basilico fresco, i capperi dissalati ed una grattata di pepe. Et voilà: il tuo carpaccio di pomodori è pronto da servire.
Trucchi e consigli: puoi consumare il carpaccio di pomodori subito oppure lasciarlo marinare una mezz’oretta in frigorifero. Per un tocco in più, aggiungi anche un pizzico di origano, dell’aceto balsamico o della cipolla rossa di Tropea affettata sottilmente.
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