venerdì 22 marzo 2019

Bisfenolo nei cartoni delle pizze, ma è pericoloso? Niente allarmi, ma prudenza


Corriere della Sera
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SALUTE

L’INDAGINE

Le analisi condotte da il Salvagente richiamano l’attenzione sul Bisfenolo A e sulle tutele necessarie per i consumatori: sostanza tossica in due imballaggi su tre
di Vera Martinella
Bisfenolo nei cartoni delle pizze, ma è pericoloso? Niente allarmi, ma prudenza 

I cartoni per trasportare la pizza possono essere pericolosi per la salute o sono sicuri dal punto di vista sanitario? A richiamare l’attenzione dei legislatori e dei produttori sulla questione è un’indagine condotta da il Salvagente, rivista impegnata contro le truffe ai consumatori , che ha trovato tracce di sostanze nocive in due imballaggi su tre. «Ma non è il caso di lanciare un allarme – commenta l’esperto Carlo La Vecchia, ordinario di Epidemiologia all’Università degli Studi di Milano -: le quantità di sostanze tossiche che possono essere assunte con il solo contatto di una pizza con il cartone è davvero difficile da misurare e, quand’anche si verificasse, si tratterebbe di una “dose” talmente limitata che è davvero improbabile possa causare danni al nostro organismo».

L’indagine: sostanza tossica in 2 cartoni su 3 (non prodotti in Italia)
Le associazioni dei consumatori hanno sporto varie denunce in questi anni, per il fatto che nei cartoni sono state rintracciate sostanze tossiche e nocive. Le analisi ora condotte da il Salvagente hanno fatto analizzare in laboratorio gli imballaggi per pizza prodotti da tre diverse aziende (una spagnola, una tedesca e una italiana) indagando sulla «migrazione» del bisfenolo A (o Bpa, composto di sintesi utilizzato nella produzione della plastica) dalla scatola all’alimento. Solo nelle scatole prodotte all’estero però è stata rilevata la presenza della sostanza tossica. «Lo ritroviamo in due cartoni su tre in concentrazione elevate, superiori a quelle consentite per i contenitori in plastica, e la “traccia” che quei cartoni sono stati prodotti con carta riciclata, vietata dalla legge per il trasporto della pizza» scrivono nelle loro conclusioni. Il passaggio della sostanza verrebbe scatenato dall’alta temperatura che raggiunge il cartone (60-65 gradi) in cui si mescolano gli acidi del pomodoro e i grassi della mozzarella e dal tempo prolungato in cui la pizza, dopo essere uscita dal forno, resta all’interno del contenitore.

Bisfenolo A, messo al bando dai biberon perché pericoloso
Il bisfenolo A è un composto di sintesi utilizzato nella produzione della plastica, già stato al centro dell’attenzione una decina d’anni fa quando è stato messo al bando dalle tettarelle e dai biberon europei per la sua azione sul sistema endocrino, quello che regola molte funzioni del nostro organismo tramite la corretta produzione degli ormoni. Che c’entra un composto utilizzato per la plastica nei cartoni per la pizza? Il problema è in effetti relativo soltanto ai contenitori realizzati con carta riciclata. Le norme attuali impongono però che i cartoni per pizza siano realizzati esclusivamente con cellulosa vergine, vietando l’utilizzo di carta riciclata per i prodotti “umidi”: in tal modo sono bandite le sostanze chimiche potenzialmente tossiche che col calore potrebbero trasferirsi dal cartone agli alimenti. «La commissione Envi Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento europeo il 14 gennaio 2108 pur abbassando i limiti di migrazione del bisfenolo A dai contenitori agli alimenti (da 600 a 50 parti per miliardo) e portare a zero la soglia negli involucri per alimenti destinati a bambini e neonati ha votato contro l’eliminazione totale di questa sostanza. Nonostante questa tolleranza – da molti giudicata eccessiva – con i valori che abbiamo misurato nelle nostre analisi i due contenitori per la pizza risultati contaminati sarebbero fuorilegge» si legge nell’indagine del Salvagente.

Il parere dell’esperto: nessun allarme per i contenitori della pizza
«Il discorso relativo al bisfenolo A e ad altri agenti chimici affini è stato ampiamente affrontato una decina d’anni fa quando diversi studi avevano evidenziato il problema per le plastiche alimentari – commenta La Vecchia -. Gli effetti nocivi per l’uomo sono stati studiati a lungo e sono state prese le misure necessarie. Il principio da seguire, in caso di questi elementi sospetti, è comunque quello di prudenza: tanto più in considerazione del fatto che è facile eliminare questo elemento dalla produzione i imballaggi per alimenti, anche in assenza di una sua reale pericolosità, meglio sarebbe eliminarlo del tutto. Sia ben chiaro, però, che questo non significa che i cartoni per la pizza sono pericolosi: quando anche siano effettivamente misurate (e non è semplice farlo in modo univoco per tutte le pizze e tutti cartoni, ndr) le concentrazioni di queste sostanze nocive in grado di passare dal contenitore all’alimento sono così basse da non poter arrecare danni misurabili alla salute delle persone».

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