lunedì 7 maggio 2018

"FAKE FOOD" IN TAVOLA! IL LIMONE DISINFETTA I FRUTTI DI MARE? E IL BURRO E’ PIU’ GRASSO DELL’OLIO? IN UN LIBRO TUTTI I LUOGHI COMUNI E LE PIU’ CLAMOROSE BUFALE SUL CIBO – E’ VERO CHE IL PESCE FA BENE ALLA MEMORIA? IL CAFFE' FA SALIRE LA PRESSIONE? ANDATECI PIANO CON LE OSTRICHE. TANTO NON SONO...

Andrea Cuomo per il Giornale

Il caffè fa salire la pressione.

Quando non stai bene meglio se mangi in bianco. Il limone disinfetta i frutti di mare. La birra aiuta la mamma a produrre più latte. Il burro è più grasso dell' olio. Luoghi comuni alimentari che non metteremmo mai in discussione tanto sono inveterati. Frasi degne di Bouvard e Pécuchet, i letterari idioti di Gustave Flaubert, capaci di edificare un' intera vita di frasi fatte senza mai farsi venire un dubbio che fosse uno.

Eppure non sempre questi assiomi gastrici, a volte di recente e spesso sociale fortuna, altre tramandati di nonna in nonna, sono parzialmente, se non del tutto, infondati. Smontati dalla scienza quando non addirittura dal buon senso. A raccogliere i più clamorosi «fake cliché» a tavola ci ha pensato Marcello Ticca, medico, libero docente e specialista in Scienza dell' alimentazione, che nel libro «Miraggi alimentari - 99 idee sbagliate su cosa e come mangiamo», edito da Laterza, rimette un po' di cose in ordine sulle false credenze alimentari mai così frequenti come in questa epoca in cui il web consente di diffondere notizie in modo virale a prescindere dalla loro veridicità. Eccone alcune.

Mangiare la pasta di sera fa ingrassare. Vero solo in minima parte. È un pasto troppo sostanzioso che va evitato a cena e bisognerebbe distribuire meglio le calorie assunte. Ma la pasta, purché non troppo condita, si digerisce anche la sera assai meglio della carne.


Il pesce fa bene alla memoria. Il pesce non è più ricco di fosforo di altri cibi: ne ha tra 130 e 260 mg ogni 100 g, mentre la carne 150/230 e legumi e frutta secca ben di più. Ma soprattutto: non c' è alcuna correlazione tra l' assunzione di tale minerale e un aumento delle capacità mnemoniche.

Il burro è più grasso dell' olio. Vero semmai il contrario. Il burro contiene il 17 per cento di acqua e quindi 100 grammi di burro forniscono circa 760 calorie. Mentre l' olio di qualsiasi tipo circa 900. Certo, l' olio ha altri vantaggi nutrizionali rispetto al cugino bianco, ma non la «magrezza»...

Estratti e centrifughe sono come la frutta. È un' illusione.

Con gli estrattori a freddo o con le centrifughe, infatti, si perde la maggior parte delle fibre, che oltre ad avere la loro utilità nella transizione intestinali, contribuiscono a dare quel senso di sazietà utile per mangiare meno.

Le uova sono pesanti da digerire. Le uova sono tra gli alimenti più demonizzati. Ingiustamente. Si digeriscono più velocemente di molti altri cibi e non fanno male al fegato. Anzi se assunte nelle dosi consigliate (massimo 4 volte a settimane) sono vantaggiose per chi ha problemi epatici.

Non si beve acqua durante i pasti. In molti credono che l' acqua diluisca i succhi gastrici prodotti dalle pareti dello stomaco rallentando la digestione. Al contrario la favorisce migliorando la consistenza dei cibi ingeriti. In più aumenta il senso di sazietà (facendoci mangiar meno).

Il miele fa passare la tosse.

Certo le sue caratteristiche emmolienti qualche sollievo lo danno, contribuendo a lenire l' irritazione della gola, ma se la tosse origina dalla trachea o dai bronchi nessun tipo di miele può vantare qualsiasi tipo di efficacia curativa.

Le ostriche fan bene all' amore. Quella che esistano cibi afrodisiaci è una sciocca leggenda: si parla di peperoncino, tartufi, frutti tropicali, cacao eccetera. E delle ostriche a causa del loro alto contenuto di zinco. Tutto falso, meglio evitare di farci affidamento per le proprie performance...

Non si mangia tra un pasto e l' altro. È ormai conclamato invece che aumentare la frequenza dei pasti a parità di quantità e qualità del cibo influenza positivamente una serie di variabili che contribuiscono a difendere la salute e a evitare l' accumulo di tessuto adiposo.

Il limone disinfetta i frutti di mare. Il succo di limone non possiede proprietà antimicrobiche o disinfettanti e l' acido citrico e ascorbico presenti sono del tutto insufficienti a eliminare il rischio di contrarre infezioni mangiando quelle cozze di dubbia provenienza.

I cibi surgelati sono meno nutrienti. La surgelazione è il migliore metodo di conservazione in assoluto, naturalmente se eseguita tempestivamente e se non si interrompe mai la catena del freddo. I cibi ne escono intatti e anzi alcune vitamine e alcuni minerali sono addirittura maggiormente biodisponibili.

martedì 10 aprile 2018

Infarto e ictus, il ruolo dell'aglio nella prevenzione: si può mangiarne anche un estratto

da "liberoquotidiano.it

LA RIVOLUZIONE

L'aglio? Croce e delizia. La croce, ovviamente, è l'alito puzzolente di chi ne mangia in quantità. La delizia, al contrario, sono le proprietà benefiche per il cuore: è un vero toccasana per ripulire le pareti delle arterie dalle placche di grasso. L'alimento, insomma, riduce il rischio di infarto e icuts. E non è necessario mangiarlo crudo: può essere sufficiente mangiarne un estratto. E ancora, l'aglio serve a ridurre il rischio dell'arteriosclerosi, anche nelle persone che già soffrono di sindrome metabolica. È quanto mette nero su bianco una ricerca del Los Angeles Biomedical Research Institute (LA BioMed) pubblicata sul Journal of Nutrition.

Nel dettagliola ricerca ha coinvolto 55 pazienti di età compresa tra 40 e 75 anni con sindrome metabolica. Si tratta di un pericoloso mix di fattori di rischio (come elevato peso corporeo, ipertensione, resistenza all'insulina, colesterolo e trigliceridi alti) che predispongono all'insorgenza di malattie cardiovascolari come ictus e infarto. Dopo un anno di ricerca, si è registrato come l'estratto di aglio abbia rallentato dell'80% l'accumulo delle placche, riducendo così la comparsa di nuove formazioni. Infine, l'estratto di aglio invecchiato può aiutare a rallentare la progressione dell’aterosclerosi facendo regredire anche le malattie cardiache nei primissimi stadi.





domenica 25 febbraio 2018

Come fare il Risotto in pentola a pressione

La pentola a pressione è l'ideale per chi non ha la pazienza di aspettare, ma non si può dire lo stesso per i disattenti, quelli che in cucina lavorano con misure approssimative. 
Non spaventatevi. 

Basta una sola regola da tenere sempre a mente. Una tazza di riso per due tazze di brodo caldo. In particolare, mi riferisco a tre tipi di riso: arborio, carnaroli e vialone nano. Non dimenticate questo promemoria. Tutto il resto sarà una passeggiata. 

Mantenendo la fiamma moderata, sciogliete il burro nella pentola a pressione ed unite uno scalogno tagliato finemente. Tostate leggermente il riso, poi sfumate con il vino. Fin qui, tutto nella norma. Stessi passaggi di un classico risotto. E per terminare questa prima serie di mosse unite il brodo. Attenzione, questo deve essere bollente prima di essere versato nella pentola a pressione.

Portare a pressione

A questo punto avrete praticamente già finito. Ricordate che questo è anche il momento di aggiungere altri ingredienti principali, come i funghi o la zucca. Con la fiamma al massimo, chiudete la pentola e portatela in pressione. Scegliete il livello più basso di pressione, ci vorranno comunque pochi minuti ed eviterete che la valvola della pentola si alzi, emettendo il fastidioso fischio che tutti conosciamo. Dopo circa quattro minuti il riso sarà cotto. Rimangono solo alcune annotazioni da prendere, prima di servirlo.

Aprire la pentola con cautela

Non correte, facendovi prendere dalla fretta o dall'entusiasmo. La pentola a pressione deve essere aperta con un po' di cautela. Prima dell'apertura, girate il livello della fiamma al minimo e aspettate una manciata di secondi. Mentre alzate il coperchio con l'aiuto di un canovaccio, fate uscire il vapore gradualmente e fate attenzione ad eventuali spruzzi d'acqua calda.

Ultimo "check"

Assaggiate il vostro risotto per controllare la cottura (non deve necessariamente essere ben cotto, va bene anche al dente). Se non vi sembra ancora pronto, potete passarlo in una padella per uno o due minuti. Per i principianti, sappiate che il brodo deve essersi ridotto. In ogni caso, date qualche giro con il mestolo, aggiungendo ancora del burro o altri eventuali ingredienti come le spezie.

Servire

Servire il risotto caldo, con una spolverata di Parmigiano Reggiano. Visto che il tempo della cottura non è particolarmente lungo, potete cogliere l'opportunità per curare un po' il servizio (oppure potete tranquillamente prendervi una pausa sul divano).