lunedì 22 agosto 2016

Lo chef Bruno Barbieri risponde al New York Times: "La ricetta del Ragù alla Bolognese è questa"


 |  Di Nicoletta Moncalero

Pubblicato: Aggiornato: 

Quali sono gli ingredienti per preparare un perfetto ragù alla bolognese?
"Questa è la mia ricetta personale. Io utilizzo 300 g di polpa di manzo. Si possono usare cartella, pancia, fesone di spalla o fusello, l’importante è che sia macinata grossa. Poi 150 g di pancetta di maiale, 50 g di carota gialla, 50 g di costa di sedano, 50 g di cipolla. Servono poi 50 g di doppio concentrato di pomodoro, ½ bicchiere di vino bianco secco, ½ bicchiere di latte intero, poco brodo, olio d’oliva o burro, sale, pepe. Infine un mazzetto aromatico: io lo preparo con salvia, rosmarino, timo e alloro. Nella ricetta del New York Times ci sono pochi passaggi da fare, cose poco poetiche, mentre noi italiani sappiamo bene che per preparare un ragù come si deve serve molta cura".
Il tempo di cottura per un ragù alla bolognese è di almeno due ore. La ricetta del New York Times arriva a stento a mezz’ora. Qual è allora il procedimento corretto?
"Questi sono i passaggi da fare, per non commettere errori e per avere un ragù alla bolognese come si deve. Si scioglie in un tegame la pancetta tagliata prima a dadini e poi tritata fine. Poi si uniscono 3 cucchiai d’olio o 50 g di burro e gli odori tritati fini e si fanno appassire dolcemente. Poi si unisce la carne macinata e si mescola bene con un mestolo facendola rosolare finché non “sfrigola”. Poi si sala leggermente la carne e si aggiunge il pepe, si bagna con il vino e si mescola delicatamente fino a quando non sarà completamente evaporato. Si unisce il doppio concentrato di pomodoro e si lasciar cuocere per un po’. Poi si copre e si fa sobbollire lentamente per circa 2ore aggiungendo, quando occorre, del brodo. Solo verso la fine unire il latte per smorzare l’acidità del pomodoro. Aggiustare di sale e di pepe".

lunedì 15 agosto 2016

ll Lardo di Colonnata fa solo bene, non date retta a chi sostiene il contrario.

In risposta a quanto appare sul sito:
http://www.lospicchiodaglio.it/rubrica/%C3%A8-vero-lardo-colonnata-privo-colesterolo

Buonasera Dott. Schiavo,
mi dispiace per lei, ma la sua risposta alla Sig.a Federica sul Blog "lo spicchio d'aglio! in merito all'oggetto è del tutto errata. Ciò perché la stagionatura di minimo 6 mesi nelle conche di marmo PORTA VIA TUTTO IL COLESTEROLO. Tant'è che  il Lardo di Colonnata  (frazione montana di Carrara) è addirittura consigliato nella dieta anticolesterolomia. Se non crede cerchi di rintracciare gli atti del Convegno tenuto nel 1998 a Carrara dalla USL nella sala di rappresentanza del Comune di Carrara e leggerà quanto le ho detto. Quindi W il Lardo di Colonnata, baluardo anticolesterolo.

Ennio Di Benedetto
ennioincucina.blogspot.it

Domanda

Salve, in una trasmissione televisiva hanno detto che il lardo di Colonnata - per la sua particolare lavorazione - è privo di colesterolo: è vero?
Grazie
Federica da Bergamo


Risposta

Carissima Federica,
a mio sapere, il lardo di colonnata contiene 95 mg di colesterolo per ogni 100 grammi di prodotto per cui non lo prescriverei ad un ipercolesterolemico; chiaramente, di tanto in tanto, uno strappo alla regola è concesso a tutti.
Serena giornata
Dott. Luigi Schiavo

giovedì 11 agosto 2016

Spaghetti alle acciughe...finite.

Questo che suggerisco è un accorgimento per utilizzare l'olio evo con cui avete conservato le acciughe (sott'olio, a modo mio):


Mentre fate cuocere gli spaghetti, al dente mi raccomando, versate in padella l'olio che avete utilizzato per conservare, si fa per dire perché le avrete mangiate in fretta, le acciughe. Non serve altro. Quando scolate gli spaghetti li versate nella padella, aggiungendo un po' di acqua di cottura degli spaghetti stessi, e rigirateli per una trentina di secondi. Buon appetito.

Acciughe sott'olio, a modo mio



Acciughe sott'olio preparate da Ennio

Ingredienti: Acciughe conservate sotto sale, aglio, prezzemolo, peperoncino piccante e olio e.v.o.

Preparazione:
  1. eviscerate e pulite le acciughe ottenendo due filetti ognuna che laverete e asciugherete con cura
  2. fate un trito di aglio, prezzemolo e peperoncino piccante
  3. mettete le acciughe a strati in un vasetto e su ogni strato mettete un po' di trito e peproncino
  4. quando avrete quasi riempito il vasetto mettete l'olio evo, facendo attenzione a coprire tutte le acciughe, e richiudete con cura il vasetto.


Dopo pochi giorni potete gustarvi le acciughe, magari sorprendendo i vostri cari e amici.

domenica 7 agosto 2016

Cena Epicurea al campo

Sabato sera, il 6/8 la cena al campo di Vera e Domiziano si è conclusa felicemente con il Tiramisù fatto da Margherita, la Crostata di frutta fatta da Silva e la Torta di riso, rivista, fatta da Donatella.
 Si vedano le foto a testimonianza!



lunedì 27 giugno 2016

BROCCOLI SALVA-VITA - BISOGNEREBBE MANGIARE BROCCOLI DALLA MATTINA ALLA SERA PERCHE' SONO RICCHI DI SOSTANZE ANTICANCEROGENE E SUPER ANTIOSSIDANTI, RIDUCONO IL RISCHIO DI MALATTIE CORONARICHE, IL DIABETE DI TIPO 2, ASMA E DIVERSI TIPI DI TUMORE


Secondo una nuova ricerca dell’Università dell’Illinois, i broccoli possiedono numerose virtù. Il suo consumo regolare ridurrebbe il rischio di contrarre molte temute malattie dell’ultimo secolo. Come sempre il merito è degli antiossidanti. Ecco i risultati dello studio...



broccoli 2BROCCOLI 2
La mamma aveva proprio ragione quando diceva ‘mangia la verdura’ perché fa bene alla salute. Ecco un’altra ricerca che mette in evidenza le preziose virtù di un ortaggio: il broccolo. Appartenendo alla famiglia dei cavoli, si sa che è ricchissimo di sostanze anticancerogene. Ma non finisce qui: secondo gli scienziati, infatti, il suo consumo regolare ridurrebbe il rischio di contrarre molte temute malattie dell’ultimo secolo – tra cui anche le patologie cardiovascolari e il diabete. Ecco i risultati dello studio.

Come sempre il merito è degli antiossidanti
Quando si parla di vegetali non si possono non menzionare i composti antiossidanti. E secondo i ricercatori dell’Università dell’Illinois, sarebbero i composti fenolici che si trovano all’interno dei broccoli a conferire all’ortaggio preziose virtù preventive. In particolare, grazie all’azione di alcuni flavonoidi, si potrebbe ridurre il rischio di malattie coronariche, cancro, diabete di tipo 2 e asma.
BROCCOLIBROCCOLI

Via l’infiammazione
“I composti fenolici hanno una buona attività antiossidante – spiega il genetista Jack Juvik – e vi è una crescente evidenza che l'attività antiossidante colpisce vie biochimiche correlate con l'infiammazione presente nei mammiferi. Abbiamo bisogno di un principio di infiammazione perché è una risposta fisiologica a una malattia o a un danno, ma è anche associato con l'inizio di una serie di malattie degenerative. Le persone la cui dieta è composta da un certo livello di questi composti hanno un rischio minore di contrarre tali malattie”.

Riduzione dei radicali dell’ossigeno
broccoliBROCCOLI
Durante lo studio – pubblicato su Molecular Breeding – i ricercatori hanno voluto esaminare alcuni tipi di broccoli testando il contenuto di acidi fenolici in grado di neutralizzare i radicali dell’ossigeno. Per capirne di più hanno sfruttato una tecnica denominata Quantitative Trait Locus (QTL), in italiano Tratto quantitativo. Il QTL è, in sostanza, una regione del DNA associata a un carattere fenotipico, come per esempio il tipo e il numero di foglie di una pianta, la sua altezza o l’aspetto. Tutto ciò aveva lo scopo di rilevare i geni coinvolti nella produzione di fenoli nella pianta stessa e nei relativi 'figli'.

In arrivo broccoli super antiossidanti?
problemi cardiaciPROBLEMI CARDIACI
Il lavoro dei ricercatori è quello di riuscire a ottenere piante di broccoli che contengano un altissimo numero di composti fenolici al fine di ottenere ortaggi che prevengano le malattie più comuni anche a piccole dosi. “Questo lavoro è un passo in questa direzione, ma non è la risposta finale. Abbiamo in programma di prendere i geni candidati che abbiamo identificato qui e utilizzarli in un programma di coltura per migliorare i benefici per la salute di queste verdure. Nel frattempo, dovremo fare in modo che il rendimento, l'aspetto e il gusto siano mantenuti tali”, concludono i ricercatori.

venerdì 13 maggio 2016

KissinGarlic: l’aglio a prova di bacio “salvato” da una coppia di amici

Tipi tosti
Aglio - Bacio italiano
La scoperta di un’eccellenza quasi scomparsa si trasforma in un’idea di marketing: ecco la storia di Lorenzo e Alessandro
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Due amici e una sfida: coltivare e vendere un aglio a prova di bacio: il kissinGarlic. È la storia di Lorenzo Bianchi (Roma, ‘69), avvocato e Alessandro Guagni (Roma, ‘70), ingegnere edile e imprenditore che, tre anni fa, si sono lanciati in un’avventura: tentare di far rivivere piante perdute. Per essere precisi, un tipo di aglio, gigante, che pesa tra i 300 e i 400 grammi, è grande cinque volte quello normale, si usava nella Val Di Chiana fino agli anni Settanta e che qualche agricoltore toscano oggi ancora coltiva per uso personale, comunque, in piccole quantità. Insomma, un’eccellenza italiana perduta.
“Tutto è iniziato per caso – racconta Alessandro – Nel 2013 ero in vacanza vicino Siena e per strada vidi un agricoltore che vendeva sulla sua bancarella un tipo di aglio mai visto. Gigante. Tornai a casa, lo cucinai e mi accorsi subito che aveva un aroma molto leggero. Era facilmente digeribile e, soprattutto, non puzzava. Potevo baciare mia moglie senza problemi. Il giorno successivo tornai dal signore che me lo aveva venduto e chiesi informazioni. Mi confermò le mie impressioni. Dopo qualche settimana, l’illuminazione. Chiamai Lorenzo, l’amico di una vita e gli feci la grande proposta: proviamo a coltivare il super aglio. Accettò. Siamo due matti. Viviamo di sfide continue. Il lavoro che abbiamo e del quale non ci possiamo lamentare, ci lascia poco tempo. Però, decidemmo di provare. Lorenzo ha da sempre un podere in collina nelle Marche, vicino il Monte Cònero dell’Appennino umbro-marchigiano, alto 572 metri, situato sulla costa del Mar Adriatico, nella provincia di Ancona e che è uno dei più importanti promontori italiani dell’Adriatico. Un posto suggestivo, con rupi che sembrano scivolare nel mare e affascinanti sentieri. Strapiombi altissimi permettono anche le arrampicate. Decidemmo di coltivare lì il nostro aglio del bacio. Abbiamo impiegato tre mesi, attraversando tutta la Val di Chiana, per trovare duecento teste da piantare. Ed è stata la cosa più tosta che abbiamo fatto. Erano pochissimi quelli che le avevano e le volevano vendere. La maggior parte delle piante l’ abbiamo comprata da un simpatico agricoltore, Alberto. Ci siamo messi a piantarle nelle Marche, con l’aiuto di un ragazzo, Massimiliano. Abbiamo studiato nelle ore libere del nostro lavoro e siamo tornati in Toscana più volte per raccogliere informazioni su semina e raccolta. L’unico che ci ha dato notizie utili è stato il primo agricoltore toscano, quello che mi aveva fatto conoscere per primo l’aglio, in verità, piuttosto geloso delle sue conoscenze, ma che ringrazio per averci dato i rudimenti. Si può dire che senza una valida guida sul campo, abbiamo improvvisato parecchio e, ovvio, fatto tanti errori. Ma tra batoste e piccoli risultati, siamo andati avanti”.
Oggi i due amici hanno un campo esteso per un ettaro e ventimila piantine. Si sentono ogni sera al telefono per programmare il lavoro e ogni week end fanno seicento chilometri per essere sul campo.
1“Tutto quello che abbiamo raccolto sino ad ora – spiega Lorenzo – lo abbiamo reimpiantato per ampliare la distesa. Pensiamo di raccogliere a giugno prossimo e iniziare a vendere a settembre. Un chilogrammo potrebbe costare 25 euro. Abbiamo creato un marchio stupendo (uno spicchio d’aglio con una bocca), è pronto il packaging per la commercializzazione. Lo abbiamo fatto assaggiare a molti chef della capitale, che sono entusiasti. Il nostro prodotto è leggero, leggermente piccante, molto digeribile, è ideale per tutti quelli che amano l’aglio, ma non ne sopportano le conseguenze. Inoltre l’aglio – dicono gli chef – è un ingrediente fondamentale della nostra cucina, ma loro spesso non possono utilizzarlo e sono costretti ad usare dei sostitutivi come il porro e lo scalogno, oppure a lavorarlo per stemperarne il forte aroma, perché i clienti non lo tollerano. Per questo il kissinGarlic è perfetto. Il nostro super aglio, quindi, sarebbe rivoluzionario in cucina. Per giunta è un prodotto più che sano, dal momento che è lavorato a mano, in modo selvatico, la concimazione è naturale. Non usiamo diserbanti, ma animali, oche, che mangiano le piante infestanti, ma che  non toccano né le foglie, né le piante, nonostante l’aroma leggero. Anche su questo abbiamo fatto tutto da soli, facendo prove su un campo di 3 mila metri quadrati. È stata dura e lo è ancora, ma sembra che la nostra intuizione, e diciamolo, la voglia di buttarci in questa avventura, siano state una buona cosa. Per ora non abbiamo concorrenti. Il prodotto è apprezzato. Stiamo organizzando cene, test con gli chef e il passaparola funziona.  Puntiamo a distribuire il prodotto nei ristoranti di qualità e nelle gastronomie d’eccellenza di Roma e Milano. Abbiamo nuovi progetti. Vorremmo provare a coltivare altri prodotti persi. In Italia ce ne sono tanti da recuperare, spazzati via per semplici logiche di mercato. Ci stiamo pensando, un’ idea ce l’ abbiamo per quella che potrebbe diventare anche una battaglia a difesa dell’identità di alcuni territori. Famiglie e professioni, permettendo, ovvio.  Teniamo molto alle nostre attività e la cosa più tosta è trovare il tempo per una seconda vita che ci appassiona e sta diventando un business. Detto fra noi adoriamo le seconde vite”.